Jun 20, 2019 | Staff
Intervista a Ferdinando M. Ametrano
Presentiamo la seconda puntata dell’intervista al nostro direttore Ferdinando M. Ametrano sul tema Bitcoin, con Nicole Vismara (manager di Deloitte Consulting). Le successive puntate verranno pubblicate con cadenza regolare ogni martedì e giovedì, in coda sono presenti i link alle puntate precedenti. Di seguito la trascrizione di questa puntata.
2 - Tra truffa e speculazione
[NV] Gli incentivi economici di Bitcoin sono spesso paragonati ad uno schema Ponzi: una catena di Sant’Antonio dove i primi si arricchiscono a spese degli ultimi.
[FA] Non è uno schema Ponzi: è un esperimento ardito che potrebbe fallire ma culturalmente fondato e tecnologicamente robusto. La sua resilienza sta convincendo un numero crescente di persone che l’esperimento possa aver successo. Il valore è dato, come per qualsiasi bene, dall’incontro di domanda e offerta sul mercato. Siccome l’offerta è limitata e la domanda crescente, il prezzo sale. È lo stesso principio secondo il quale i biglietti di un evento sportivo o artistico possono costare anche migliaia di euro: sono limitati e se c’è gente disposta a pagarli tanto, il loro valore sarà quello.
[NV] Molti però paragonano Bitcoin alla bolla dei tulipani, che secoli fa furono scambiati in Olanda a prezzi esorbitanti per un periodo, dopodiché il valore crollò a zero.
[FA] Quella dei tulipani è una bolla durata sei mesi, al massimo tre anni, alcuni sostengono addirittura non sia mai davvero accaduta come lo raccontiamo oggi, nell’Olanda del 1637. Trovo intellettualmente disonesto e sconfortante paragonarla con un fenomeno che dura da nove anni nell’economia globale del 2018: l’informazione disponibile oggi è infinitamente superiore, circola con maggiore facilità, il mercato è molto più aperto ed esteso. Bitcoin non è effimero, anzi si sta mostrando straordinariamente resiliente. Su Bitcoin c’è una taglia formidabile: chiunque ne rompa il funzionamento può trarne un gigantesco beneficio economico o almeno una straordinaria fama. Nessuno ci è riuscito…
[NV] Non puoi negare però che nella crescita di prezzo ci sia una fortissima componente speculativa che certamente danneggia la reputazione Bitcoin.
[FA] Io sono per il libero mercato, non sono preoccupato per la reputazione di Bitcoin: ognuno investa quanto e come ritiene opportuno, sperando che prenda rischi finanziari di cui è consapevole. Quando sale tanto gli speculatori che non credono alla sostenibilità nel tempo dell’idea di oro digitale vendono e traggono profitto. Conosco chi ha venduto Bitcoin a diecimila, a mille, a cento. Qualcuno ha venduto anche ad un dollaro nell’aprile 2011, visto che qualche mese prima i Bitcoin si regalavano online. Anche gli speculatori corrono i loro rischi…
[NV] Premi Nobel come Krugman e Stiglitz criticano severamente la bolla Bitcoin.
[FA] Del primo ricordo la frase “l’impatto di internet sull’economia non sarà superiore a quello avuto dal fax”. Il secondo stimò la probabilità di fallimento delle agenzie americane Fannie Mae e Freddie Mac talmente piccola da non essere misurabile: quei fallimenti hanno innescato la crisi finanziaria del 2007 che dura tutt’ora. Vincere un premio Nobel non garantisce una intelligenza assoluta e ineccepibile.
[NV] Se qualcosa aumenta di valore 14 volte in un anno e non è una bolla, allora cos’è?
[FA] Non credo sia una bolla, piuttosto qualcuno suggerisce potrebbe essere lo spillo che fa scoppiare altre bolle. In primis, quella di un debito pubblico che cresce inesorabilmente. A differenza di quest’ultimo, che costituisce passività, Bitcoin è intrinsecamente un attivo: nel momento in cui dovesse prevalere la sfiducia sulla sostenibilità del debito i capitali si riverseranno in Bitcoin. Scenari meno drammatici potrebbero invece vedere l’euro e il dollaro intraprendere percorsi virtuosi per l’urgenza della concorrenza Bitcoin (e dei nuovi sistemi monetari che ne potranno derivare). Se proprio dobbiamo usare un’immagine per la crescita di valore, Bitcoin rappresenta una grande, confusa, magari anche pericolosa, ma sostanzialmente inarrestabile corsa all’oro: un new wild west con truffatori, prestigiatori, ubriachi molesti, furfanti da baraccone e fuorilegge; non ci sono mappe e lo sceriffo non è ancora arrivato in città. La confusione con Bitcoin è anche maggiore, perché tanti non hanno chiarezza sulla sua natura: ma negare che luccichi non aiuta nessuno. Dopotutto, città straordinarie come San Francisco sono nate proprio dalla corsa all’oro.
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