Oct 26, 2021 | Staff
Intervista a F. Ametrano per HuffingtonPost
“Il Bitcoin è l’equivalente digitale dell’oro. Ma è fondamentale sapere come funziona, visto che rimarrà con noi e non è destinato a scomparire. Noi aiutiamo gli investitori a capirlo”. Ferdinando Ametrano, fondatore e Ceo di CheckSig e direttore scientifico del Digital Gold Institute, ci accompagna nel far west delle criptovalute.
Riportiamo di seguito il testo dell’articolo Ametrano: “Bitcoin è l’equivalente digitale dell’oro. Non scomparirà” a cura di Luca Bianco per HuffingtonPost.
Da quanto tempo ti occupi di Bitcoin e criptovalute?
Dal 2014. All’epoca ero in Intesa Sanpaolo e mi era stato chiesto di seguire il fintech, cioè l’innovazione finanziaria. Fui invitato ad una conferenza su Bitcoin: non volevo andare, convinto che le criptovalute fossero una truffa. Invece andai, sentii risposte convincenti alle mie prime obiezioni e, dopo quel primo assaggio, nei mesi successivi studiai intensamente il fenomeno. Capii che si trattava di qualcosa di rivoluzionario. Qualcosa che poteva cambiare la storia della moneta, della finanza e più in generale la storia della civiltà.
Tu sei laureato in fisica. Cosa c’entra la fisica con la finanza? Mi sfugge qualcosa
In realtà tutta la finanza dei derivati è basata sostanzialmente sull’equazione della trasmissione del calore. E quando dopo la laurea, in parte svolta al CERN di Ginevra, dovetti scegliere tra il dottorato oppure la sala operativa di una banca d’investimento, non ebbi dubbi. Volevo occuparmi di qualcosa radicalmente nuovo, e scelsi la finanza.
Facciamo un salto di vent’anni. Ottobre 2019: fondi CheckSig e ne diventi CEO
CheckSig nasce da un’intuizione. Era evidente che l’affermazione sempre più indiscutibile di Bitcoin faceva nascere l’esigenza di servizi finanziari dedicati a questo nuovo oro digitale. Siccome le banche tradizionali non li offrono, l’idea è stata quella di creare una società di servizi, che oggi non possiamo chiamare banca, ma che per certi aspetti aspira ad esserlo. Il nostro obiettivo è contribuire a rendere il Far West di Bitcoin un posto frequentabile da tutti e non solo dai pionieri più coraggiosi e avventurosi.
Quali servizi offrite?
Il lettore resterà magari spiazzato, ma il nostro primo servizio è la formazione. Aiutare l’investitore a comprendere cosa siano i Bitcoin. Anche perché la regola d’oro della finanza è: mai investire in ciò che non si capisce. Di fatto CheckSig affonda le sue radici nel Digital Gold Institute, di cui sono fondatore e direttore scientifico, costituito un anno prima. Da sempre focalizzata su formazione e consulenza, ricerca e sviluppo, il Digital Gold Institute organizza assieme all’università Milano-Bicocca e alla Commissione Europea la conferenza annuale del Crypto Asset Lab. Quest’anno siamo alla terza edizione, il prossimo 4-5 novembre a Milano e online: si tratta del più importante evento accademico su questi temi a livello europeo.
Formazione, certo. E poi?
C’è una sequenza naturale di passi, il primo dei quali, per chi non ha ancora Bitcoin, è l’aiuto all’acquisto: oggi ci sono oltre 300 borse dove comprarli, ma 295 sono gestite da personaggi poco raccomandabili. Poi offriamo la custodia: riteniamo sia oggettivamente la più sicura al mondo. La custodia del Bitcoin è molto tecnica, non è per tutti. Non si contano i casi di persone che hanno perso i loro Bitcoin per imperizia tecnica. Inoltre, c’è un tema di sicurezza fisica, che si capisce bene con un esempio: se mia moglie ha qualche gioiello, lo tiene in casa. Se avesse molti gioielli, preferirebbe una cassetta di sicurezza. Se avesse lingotti d’oro, andrebbe in un caveau professionale.
Quindi CheckSig è un caveau professionale per i lingotti d’oro bitcoin?
Esattamente: li custodiamo in totale sicurezza, con un processo trasparente, assicurato e validato da auditor esterni. Il passo successivo è aiutare i clienti rispetto al fisco. Per chi investe in Bitcoin è importante essere in regola con monitoraggio fiscale e pagamento del capital gain quando si vende. Noi aiutiamo i nostri clienti ed i loro commercialisti a muoversi in un quadro regolamentare non ancora chiarissimo. Ah, dimenticavo: detenere Bitcoin presso CheckSig garantisce anche il passaggio generazionale. Conosciamo purtroppo diversi casi di investitori che vengono a mancare e i loro cari non ereditano i Bitcoin perché non hanno idea di come recuperarli. Con noi questo rischio non esiste.
Quali clienti si rivolgono a voi?
Il nostro cliente tipo è una persona ad alta patrimonializzazione che non ha ancora investito in Bitcoin: magari voleva farlo da tempo, ma si è fermato per diversi timori, perché non sa come farlo e, giustamente, diffida dei numerosi ciarlatani che affollano questo ecosistema. Grazie a noi entra in questo mercato con tutte le garanzie. Ma c’è anche il bitcoiner di lunga data, con tanti Bitcoin acquistati quando costavano poco: finora ha custodito da solo, ma trovandosi adesso tra le mani un patrimonio economico sempre più significativo, preferisce affidarsi a professionisti che lo garantiscano in termini di sicurezza tecnica e fisica e lo aiutino ad essere in adeguatezza regolamentare sui temi fiscali.
Quali sono i rischi nel detenere tanti Bitcoin senza rivolgersi ad aziende come la vostra?
La minaccia principale è l’imperizia tecnica. Senza le necessarie competenze, si può perdere la password, il dispositivo hardware, la chiavetta USB su cui sono memorizzati i dati che consentono il controllo dei Bitcoin. O peggio ancora, ci si può affidare a sistemi di sicurezza complessi scoprendo poi di non essere in grado di gestirli da soli. L’altro grande rischio è quello della violenza fisica, dell’aggressione. Ci sono investitori che hanno decine se non centinaia di migliaia di euro in Bitcoin gestiti da un software wallet sul loro cellulare o chiavette USB detenute a casa: si tratta di follia pura, come se andassero in giro con lingotti d’oro nelle tasche del cappotto. Un qualsiasi aggressore può minacciarli e rapinarli. E siccome il bitcoin è un bene al portatore, poi non c’è il modo di recuperarli. L’ultimo rischio è quello di fidarsi di imbonitori che suggeriscono investimenti e soluzioni di custodia implausibili. È insomma un Far West: noi di CheckSig vogliamo essere quelli che accompagnano il viaggiatore in sicurezza lungo queste terre di frontiera.
Vi occupate anche di altre cripto?
Stiamo lavorando per fornire anche la custodia di Ether, la cripto della piattaforma Ethereum; per ora non ci occupiamo delle altre criptovalute. Anche perché, oggettivamente, per un investimento di medio-lungo periodo, l’unico asset davvero affidabile è il Bitcoin. Se tutto il mondo delle cripto è sperimentale, la certezza che il Bitcoin sia qui per rimanere è invece ormai acquisita, come mostra l’accoglienza dell’ultimo anno da parte del mondo finanziario statunitense. Le altre cripto hanno un carattere più speculativo, possono essere interessanti per il trading di breve periodo, ma abbiamo visto che hanno un ciclo di popolarità e vita generalmente di pochi anni, non si prestano ad un investimento da custodire per un lungo periodo.
A proposito. Il 18 ottobre il regolatore americano non ha posto veti sull’emissione di un ETF collegato al valore futuro del Bitcoin
È una timida operazione di sdoganamento del Bitcoin da parte della finanza tradizionale. L’autorità americana per il mercato azionario, la SEC, blocca da anni un ETF su Bitcoin, mentre l’autorità gemella CFTC, che regola il mercato dei futures, ha autorizzato il futures su Bitcoin. Insomma, per quest’ultima il mercato Bitcoin è sufficientemente affidabile per avere un contratto futures, per la prima non lo è abbastanza per consentire un ETF. C’è evidentemente della schizofrenia, da cui nasce questa matrioska, l’ETF sul futures Bitcoin, che non hanno potuto bloccare perché è un ETF su qualcosa di già autorizzato. Purtroppo, si tratta di un prodotto di investimento che trasmette l’idea di qualcosa legato al Bitcoin, ma che in realtà lo è in maniera molto indiretta e complessa. Insomma: un pastrocchio che illustra come i regolatori stiano arrancando e perdendo lucidità.
Secondo te andiamo verso una regolamentazione del Bitcoin?
Il problema del regolatore è che cosa vuole regolare. La regolamentazione che riguarda l’oro fisico, non riguarda la composizione chimico fisica dell’oro, ma gli utilizzi che se ne possono fare. Purtroppo, quando affronta le criptovalute il regolatore tenta di applicare schemi mutuati dal mondo finanziario tradizionale, ma tecnicamente implausibili e spesso contro-producenti rispetto agli obiettivi di trasparenza e legalità che si vorrebbero ottenere.
Ci sono preoccupazioni su riciclaggio e finanziamento al terrorismo
Ad oggi sono tutte infondate. Le transazioni Bitcoin lasciano scie indelebili e sempre indagabili su un registro transazionale pubblico, chiamato blockchain. Per questo non c’è stato finora alcun caso significativo di criminalità: magari in futuro ci sarà, ma non si vieta l’utilizzo del dollaro, di internet, della telefonia cellulare o dell’aviazione civile solo perché i criminali ne fanno un cattivo uso.
Il Bitcoin in queste settimane sta volando. È una bolla?
Il Bitcoin cresce sempre a strappi: stabilisce un nuovo record di prezzo e poi torna giù, riassestandosi ad un livello comunque superiore al precedente massimo di prezzo, fino al prossimo strappo. Ad aprile l’avevamo visto toccare un nuovo record a circa 65mila dollari, è sceso poi a 30mila dollari, in questi giorni ha appena fissato un nuovo record a 69mila dollari.
Perché due record di prezzo a distanza di sei mesi? Di solito passavano anni tra un record ed il successivo.
I fattori strutturali da segnalare sono quattro:
Nonostante la Cina abbia proibito il Bitcoin, il mercato non ne ha risentito.
Gli USA hanno chiarito che non hanno intenzione di voler proibire il Bitcoin, dimostrando che il Bitcoin è anche una cartina tornasole della democrazia. Si può pensare di bandire le criptovalute solo in stati totalitari.
La finanza statunitense sta veicolando capitali significativi verso Bitcoin e non si vedono segnali di inversione di tendenza.
L’inflazione galoppante negli Stati Uniti. Il Bitcoin è un bene che resiste all’inflazione: è intrinsecamente deflazionario. E, quindi, una parte di mercato sempre più significativa investe in Bitcoin per contrastare la perdita di potere d’acquisto dovuta all’inflazione.
Questi quattro fattori sono sistemici ed hanno rafforzato la convinzione dell’utilità di Bitcoin, confermandone la resilienza.
Ma qual è l’utilità di Bitcoin?
Bitcoin è un bene trasferibile ma non duplicabile, quindi è scarso. In ambito digitale non avremmo mai creduto di poter incontrare un bene scarso. E la scarsità è la precondizione perché qualcosa abbia valore. La Gioconda è bellissima, ma ha un valore inestimabile perché è unica. Se fosse arbitrariamente e perfettamente riproducibile in milioni di copie identiche, resterebbe bellissima ma il suo valore di mercato crollerebbe a zero. Bitcoin vuole essere l’equivalente digitale dell’oro fisico. Se riflettiamo su quale sia stato il ruolo dell’oro fisico nella storia della civilizzazione, della moneta e della finanza, si intuisce quanto potrà essere dirompente Bitcoin in una civilizzazione digitale come la nostra e nel futuro della moneta e della finanza.
Abbiamo detto come sta andando il Bitcoin. Dove va, invece, CheckSig?
CheckSig va dove i suoi clienti hanno bisogno che vada. È una società di servizi per rendere il processo di investimento in Bitcoin semplice, sicuro, trasparente, affidabile. Proprio in queste settimane stiamo chiudendo un aumento di capitale per finanziare la nostra crescita. Ma siamo già oggi l’unica azienda cripto italiana, ed una delle poche al mondo, ad avere le garanzie assicurative (Cattolica Assicurazioni) e le attestazioni SOC di un auditor esterno che controlla i nostri processi (Deloitte). Siamo gli unici al mondo ad avere un processo di custodia trasparente, con una prova almeno mensile di avere il pieno controllo dei beni che ci affidano i nostri clienti. Andremo dove necessario affinché clienti privati e istituzioni finanziarie possano sempre trovare in noi i partner più affidabili.