Apr 14, 2020 | Staff
Intervista a Ferdinando M. Ametrano
Se ne discute molto, ma su Bitcoin la divisione è radicale, tra scettici che parlano di bolla ed entusiasti che descrivono una rivoluzione globale. The Blockchain Series: Bitcoin First è l’evento organizzato da BicoccAlumni, Crypto Asset Lab e Distretto Bicocca, che si è svolto lo scorso 4 luglio allo Spazio MIL di Milano, con lo scopo di fare chiarezza e informazione sul tema Bitcoin e Blockchain.
L’evento ha avuto come protagonista Ferdinando M. Ametrano, che ha illustrato il tema Bitcoin e Blockchain in un format domande e risposte. Dato il successo dell’iniziativa, BicoccAlumni ha prodotto una serie di contenuti video, che vi riproponiamo qui, ogni martedì e venerdì, con l’obiettivo di fare chiarezza e informazione su questi temi sempre più attuali.
Oggi proponiamo la quindicesima di 25 puntate: Ethereum e gli smart contract.
“Bitcoin è oro digitale per trasferimenti di valore incensurabili; ether, la moneta della piattaforma Ethereum, è il carburante per attività computazionali incensurabili. Ethereum vuole essere un super-computer distribuito, capace di ogni tipo di elaborazione (in gergo tecnico è Turing-complete) con memoria persistente globale e ricchezza di possibili stati. Prediletto da quegli informatici che trovano Bitcoin noioso nella sua semplicità concettuale, è straordinariamente versatile e permette sofisticati smart contract: contratti crittografici i cui termini sono rispettati dall’esecuzione automatica del software che li definisce. Qualcuno sogna di usarli un giorno per il trading di derivati, per ora è una specie di parco giochi che consente la cura dei cryptokitties, gattini digitali scambiati in rete per decine di migliaia di dollari. La killer application di Ethereum è stata l’aver consentito le Ico: difficile esserne orgogliosi. In realtà la grande ambizione e complessità di Ethereum lo rendono proporzionalmente fragile: lo stesso Vlad Zamfir, ricercatore di punta dell’Ethereum Foundation, lo ha più volte definito “non sicuro né scalabile, un’immatura tecnologia sperimentale: inaffidabile per applicazioni critiche”. Ethereum promette molto ma è per ora fragile: se alla fine dovesse mantenere le promesse potrebbe diventare uno straordinario successo. Io sono scettico, ma potrei sbagliarmi e sono comunque grato di una competizione tecnologica che fa bene anche a Bitcoin. Dagli errori di Ethereum stiamo imparando tutti tanto.”