Mar 17, 2020 | Staff
Intervista a Ferdinando M. Ametrano
Se ne discute molto, ma su Bitcoin la divisione è radicale, tra scettici che parlano di bolla ed entusiasti che descrivono una rivoluzione globale. The Blockchain Series: Bitcoin First è l’evento organizzato da BicoccAlumni, Crypto Asset Lab e Distretto Bicocca, che si è svolto lo scorso 4 luglio allo Spazio MIL di Milano, con lo scopo di fare chiarezza e informazione sul tema Bitcoin e Blockchain.
L’evento ha avuto come protagonista Ferdinando M. Ametrano, che ha illustrato il tema Bitcoin e Blockchain in un format domande e risposte. Dato il successo dell’iniziativa, BicoccAlumni ha prodotto una serie di contenuti video, che vi riproponiamo qui, ogni martedì e venerdì, con l’obiettivo di fare chiarezza e informazione su questi temi sempre più attuali.
Oggi proponiamo la settima di 25 puntate: Bitcoin e proibizionismo
“È vero: i piccoli spacciatori online usano Bitcoin; il cartello colombiano della droga però preferisce ancora i dollari statunitensi. I riscatti per i virus informatici negli anni novanta si pagavano in dollari presso una casella postale o un conto panamense, oggi in Bitcoin perché bitcoin… funziona! Faccio però notare che i Bitcoin sequestrati dalle forze dell’ordine sono stati messi all’asta dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, in molteplici occasioni. Quando si sequestra droga non la si mette all’asta perché illegale; le aste Bitcoin hanno quindi creato un precedente significativo in un ordinamento di common law: dichiarare illegale Bitcoin richiederebbe probabilmente un pronunciamento della Corte Suprema. E comunque conosciamo l’effetto del proibizionismo: che riguardi gli alcolici negli anni venti o la droga oggi, l’effetto è primariamente quello di aumentare il prezzo del bene proibito. Gli usi patologici non possono, dunque, essere la chiave con cui si guarda ad un fenomeno nuovo e positivo. Vanno perseguiti i criminali, non demonizzati strumenti utili ed innovativi.”